Conrad Joseph - 1912 - Racconti di mare e di costa by Conrad Joseph

Conrad Joseph - 1912 - Racconti di mare e di costa by Conrad Joseph

autore:Conrad Joseph [Conrad Joseph]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 7
editore: Einaudi
pubblicato: 2015-08-23T22:00:00+00:00


Freya delle Sette Isole

Storia di bassifondi

I.

Un giorno, e questo giorno son parecchi anni ormai, ricevetti una lunga lettera chiacchierina da uno dei miei vecchi camerati e compagni di escursioni nei mari del Levante. Si trovava ancora laggiú, ma sistemato e di mezza età. Me lo figurai fatto corpulento d’aspetto e casalingo di costumi; in breve, domato dal fato comune a tutti, eccetto quelli che, specialmente favoriti dagli dèi, se ne vanno presto di un colpo. La lettera era del genere: «Ti rammenti...», una pensosa lettera di occhiate retrospettive. E, tra l’altro, «Ti rammenti certamente del vecchio Nelson», diceva.

Rammentarmi del vecchio Nelson! Diamine. E per cominciare, il suo nome non era Nelson. Gli inglesi dell’Arcipelago lo chiamavano Nelson perché piú comodo, ritengo; e lui non aveva mai protestato. Sarebbe stata pura pedanteria. La vera grafia del suo nome era Nielsen. Era giunto in Oriente molto prima dell’avvento dei cavi telegrafici, aveva servito ditte inglesi e sposato una ragazza inglese, era stato dei nostri per anni, commerciando e veleggiando per l’Arcipelago orientale in lungo e in largo, trasversalmente, diagonalmente, perpendicolarmente, a semicerchi e zigzag e graffe, per anni e anni.

Non vi era cantuccio o fessura di quelle acque tropicali dove l’intraprendenza del vecchio Nelson (o Nielsen) non fosse penetrata, nel modo piú eminentemente pacifico. Le sue tracce, se rilevate, avrebbero coperto la carta dell’Arcipelago come una ragnatela, tutta quanta, a eccezione delle Filippine. Non aveva mai voluto abbordare quella regione, a causa di uno strano terrore degli spagnoli, o, per essere esatti, delle autorità spagnole. Cosa immaginasse fossero capaci di fargli, impossibile dirlo. Forse in qualche epoca della sua vita aveva letto storie dell’Inquisizione.

Ma aveva un generico timore di ciò che chiamava le «autorità»; non delle autorità inglesi, per le quali professava fiducia e rispetto, ma delle altre due di quella parte del mondo. Non aveva tanto orrore degli olandesi quanto ne aveva degli spagnoli, ma ne diffidava ancora di piú. Ne diffidava immensamente. L’olandese, a suo modo di vedere, era capace di «giocare qualsiasi brutto tiro» a chi avesse la disgrazia di spiacergli. Avevano le loro leggi e i loro regolamenti, ma non avevano la minima nozione di correttezza nell’applicarli. Era veramente pietoso vedere l’ansiosa circospezione delle sue manovre con questo o quel funzionario, e ricordare che quell’uomo si era reso celebre per essere andato a spasso fino a un villaggio di cannibali della Nuova Guinea coi suoi modi tranquilli e impavidi (e notate che era stato ben in carne tutta la vita, e, per cosí dire, un bocconcino appetitoso), per via di una qualche questione di cambio che magari si riduceva poi a una cinquantina di sterline.

Rammentarmi del vecchio Nelson! Altro che! Certo nessuno della mia generazione l’aveva conosciuto nei suoi giorni di attività. Era «in pensione», ai nostri tempi. Aveva acquistato, o meglio affittato parte di un’isoletta in un piccolo gruppo chiamato le Sette Isole, non molto a nord di Bangka. Era stata quella, ritengo, una transazione legittima, ma non ho il minimo dubbio che, se si fosse trattato



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